La scorsa settimana abbiamo ospitato il sensei Satoshi Kuroiwa che ci ha parlato di un argomento caldo nel panorama industriale italiano, l'Industria 4.0, e di come ormai viene applicata in Giappone da diversi anni.
Il rischio di interpretare l'Industria 4.0 solo come digitalizzazione, robotizzazione ed automatizzazione delle imprese, ci fa velocemente pensare alla possibilità di ripercorrere il fallimento del CIM (Computer Integrated Manufacturing) degli anni ’90.
Rispetto a qualche anno fa il mondo si è evoluto; l'approccio alle nuove tecnologie è diventato di uso quotidiano, la globalizzazione dell'economia non è più una novità e tutti conoscono i problemi legati all'ambiente e all'energia. In questo contesto la percezione da parte del cliente di creazione del valore nel prodotto si è spostata nella filiera produttiva dalle fasi di produzione alle fasi, a monte, di sviluppo prodotto e, a valle, di post vendita.
Inoltre, grazie anche alle nuove tecnologie, oggi il cliente è ancora più al centro e approccia l'azienda e i prodotti secondo nuove logiche come la Servitization - il cliente è sempre più disposto a pagare l’utilizzo e non il possesso del bene - o il Business to Person - la capacità di servire il singolo cliente, la persona, con un offerta disegnata su misura per lui - .
La sfida è quella di accompagnare la trasformazione tecnologica sia attraverso lo sviluppo di una nuova cultura all’interno delle aziende - per rendere semplici, stabili ed intuibili i processi che portano ai nuovi prodotti e servizi intelligenti - sia con la formazione di nuovo capitale umano. In questi anni l'evoluzione del rapporto uomo-macchina (robot) è passata da alternativa (sostituzione) a cooperativa e in futuro sarà una relazione di fusione (caso già attuale in Giappone con il robot che assiste i pazienti nelle cure mediche). Questa rivoluzione porterà l'azienda ad evolvere e a creare nuovi modelli di business come, ad esempio, ha fatto Kubota che si è trasformata da azienda produttrice di trattori ad azienda di consulenza industriale per la gestione del business agricolo.
Satoshi Kuroiwa ha sottolineato: «Nel passato Toyota ha contrapposto al CIM (Computer Integrated Manufacturin) lo “Human Integrated Manufacturing” interpretando la tecnologia quale strumento a supporto delle persone. Questa è stata una scelta vincente e che sta alla base del Toyota Production System. Anche in questa nuova era, infatti, Toyota punta a ripensare e rivedere i processi “people centrici” con il supporto delle tecnologie abilitanti a partire dalla AI (Intelligenza Artificiale). Per affrontare con successo la quarta rivoluzione industriale è indispensabile ripensare al proprio modello di business e di conseguenza i processi ad esso correlati e solamente dopo investire in nuovi strumenti».
L’aspetto umano rimane centrale anche nella nuova fabbrica digitale e flessibile, che si caratterizzerà per un flusso di comunicazione interno in tempo reale fra le postazioni di lavoro, tale da consentire la capacità autodiagnostica e il controllo a distanza della produzione. Poichè la flessibilità dei sistemi permetterà di personalizzare i prodotti in funzione della domanda, la catena di produzione sarà ricostruita e simulata in un ambiente virtuale, per testarla, risolvere i problemi a monte e consentire l’addestramento del personale.
In questo scenario iper-tecnologico, all’uomo resta il compito essenziale di portare creatività, governare le tecnologie, progettare i sistemi, controllare e migliorare i processi produttivi e di conseguenza anche i prodotti e i servizi.
Le aziende italiane devono assolutamente percorrere una tappa intermedia perché il percorso verso l’Industria 4.0 non deve essere sviluppato solo lungo la direttrice dell’acquisto di innovazione tecnologia ma ha bisogno di processi snelli e di un cambio culturale all’interno delle organizzazioni.
Il passaggio attraverso questa tappa intermedia, quella che in Toyota hanno chiamato Industry 3.0 e che ha le sue fondamenta sui principi del Toyota Production System, riduce i rischi e riesce a supportare una vera ed efficace trasformazione. Toyota, d'altra parte, prevede di raggiungere lo status di Fabbrica 4.0 soltanto nel 2025.
Infine, il sensei ci ha lasciato con una raccomandazione:
“Open the window and look outside.
It`s a big world waiting for you.”
Toyoda Sakichi (豊田佐吉)
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