Dojo Strategy ®, la bussola nella definizione della strategia aziendale
Non esiste più una bussola in grado di indicare il Nord. Nella tempesta di questi ultimi anni emergeranno solo le aziende e gli imprenditori che saranno in grado di cogliere i segnali giusti per la navigazione guardando oltre le onde.
Riprendendo una metafora di Karl Popper, è possibile rappresentare il mercato degli anni passati come un orologio in cui tutto era regolare, semplice, prevedibile e ordinato. Si potevano leggere le variazioni e in buona misura prevederle: se la domanda cresceva, cresceva anche il prezzo. I confini dei mercati e gli attori in campo erano ben definiti, come il quadrante di un orologio. I bisogni dei clienti erano noti al pari di come ad un secondo segue sempre il successivo.
Su queste basi le imprese riuscivano a delineare strategie durature e corrette perché la forte richiesta di beni e servizi, tipica di una società di massa, copriva anche eventuali (e inevitabili) errori di previsione.
Questo meccanismo oggi si è inceppato.
L’emergere di nuove potenze economiche, di milioni di nuovi consumatori e lavoratori con culture eterogenee, l’affermarsi delle nuove tecnologie e la rivoluzione dei processi produttivi, sono solo alcuni dei fattori che hanno mandato in frantumi l’orologio che ha scandito il ritmo della passata crescita.
L’inadeguatezza del modello dell’orologio è stata in un certo senso preannunciata agli inizi degli anni ’90 dai divulgatori della Lean Production e del Lean Thinking, l’approccio che si basa sul TPS (Toyota Production System) e ancora meglio oggi sul Toyota Way, ovvero lo Stile Toyota.
La “produzione snella”, il TPS o meglio ancora il Toyota Way, promuove l’adozione di metodi e tecniche efficienti per eliminare gli sprechi al fine di recuperare risorse interne (economiche, materiali e umane). Queste nuove risorse possono essere investite nell’ascoltare con più attenzione il mercato e nell’adeguare tutti i processi interni.
Per rendere realmente produttiva la filosofia Lean non basta affidarsi alla tecniche e sperare nel cambiamento. Occorre invece pianificare un processo di rinnovamento formativo, culturale e quindi comportamentale totale su tutti i livelli dell’azienda.