La IV Rivoluzione Industriale

31 Marzo 2017
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L’ultima chiamata per il made in Italy!

Uno dei temi oggi al centro del dibattito economico del Paese è l’Industria 4.0, questione cruciale per il futuro del manifatturiero italiano, alle prese con profonde trasformazioni tecnologiche e digitali.

L’industria italiana, durante la prolungata recessione in corso negli ultimi anni, ha perso circa un quarto della sua capacità produttiva, malgrado la “resilienza” opposta da tante imprese.

  • Oggi ci si trova sulla soglia di un cambiamento profondo che, come ha definito Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum,  “assume  i caratteri della quarta rivoluzione industriale”, ma con elementi distintivi che si presentano per la prima volta nella storia dell’umanità insieme:Le rivoluzioni industriali precedenti hanno avuto una velocità sempre lineare (anche se crescente tra di loro) quella attuale sta avendo una velocità esponenziale dovuta in gran parte alla pervasività delle diverse tecnologie e al fatto che queste generano loro stesse nuove tecnologie.
  • Più che da una singola invenzione come accade nelle precedenti epoche (la macchina a vapore; l’energia elettrica / ed il motore a scoppio ; il computer ed i personal computer), questa quarta rivoluzione nasce dalla convergenza di diverse tecnologie (applicazioni digitali, studi sui materiali, automazione ed intelligenza artificiale, genetica animale e vegetale, reti di comunicazione e computing)
  • Questa IV° rivoluzione sarà anche “La rivoluzione dei Sistemi” ovvero riguarderà la trasformazione di interi Sistemi : Paesi, Settori, Mercati, Aziende e le Società in generale.

Questi nuovi e straordinari elementi daranno luogo a cambi di paradigmi senza precedenti che vuol dire nuovi modelli di business difficili da cogliere se si guardano attraverso il vissuto e lo sviluppo con cui siamo cresciuti lo scorso secolo.

La IV rivoluzione industriale rappresenta per le imprese italiane l’ultima chiamata per la rinascita dell’industria manifatturiera del nostro Paese e rilanciare la competitività del made in Italy.

L’industria 4.0 pone le basi per rispondere alle mutate esigenze del mercato.

  • Dalla «mass production» alla «mass customization»: produzione flessibile e brevi tempi di esecuzione permettono l'emergere di nuovi modelli di business e di personalizzazione
  • Dalle ricerca di economie di scale a unità localizzate e flessibili: da grandi fabbriche in paesi a basso costo a fabbriche intelligenti dotate di strumenti all'avanguardia che permetteranno di produrre ovunque ad un costo competitivo
  • Dalla produzione su previsione (e stoccaggio) alla produzione dinamica su richiesta: da una produzione organizzata, basata sulla pianificazione e previsione e supportata dalle scorte ad un modello di produzione dinamico e su richiesta
  • Da prodotto/possesso  a  utilizzo/utilità: concezione integrata, essendo i servizi un elemento chiave del modello di business / fattore decisionale
  • Da organizzazioni rigide  a modelli  del lavoro flessibile: lavoro da remoto (realtà aumentata, connettività permanente), multitasking, organizzazione e gestione flessibile
  • Da manodopera a «mentidopera»: sviluppo di una complessa produzione artigianale in un ambiente pulito e altamente connesso, ad alta intensità di "colletti bianchi"

Da una recente indagine, in Italia solo una minima parte delle imprese ritiene di essere già pronta (campione di 250 aziende) a differenza delle aziende tedesche che – soprattutto per il piano del governo tedesco varato nel 2012 – risultano decisamente più mature (fonte Roland Berger).
Ma tra le righe però si legge un passaggio importante: mentre per le imprese tedesche I40 è vista come strumento per ridurre i costi in italia è visto come strumento trasversale. Il piano italiano infatti non punta a fabbriche o prodotti ma lascia libertà di utilizzo delle tecnologie.
Da una ricerca dell’osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, oltre un terzo delle aziende dichiara di non conoscere i temi dello Smart Manufacturing e il tessuto imprenditoriale è pur sempre costituito da realtà di piccole dimensioni con una scarsa maturità di soluzioni informatiche. Eppure il quadro dell'Industry 4.0 in Italia appare sostanzialmente positivo: quasi un terzo delle imprese ha già avviato tre o più progetti utilizzando tecnologie digitali innovative come l' Internet of Things.

L’Industry 4.0 non si può sviluppare solamente lungo la direttrice dell’introduzione di tecnologia ma deve poggiare su rinnovate strategie, nuovi prodotti, processi snelli ed un cambio culturale delle organizzazioni. Industry 4.0 va oltre il miglioramento di prodotti e processi esistenti, attraverso l'uso di tecnologie digitali; essa crea l'opportunità di sviluppare nuovi Business Models attraverso un percorso strutturato che permette una rilettura del valore per il cliente secondo un nuovo contesto del mercato che assume forme diverse in base ai nuovi megatrend. Questo permette di capire dove l’azienda è posizionata e di estrarre nuove idee di business.

Un nodo fondamentale per interpretare gli scenari della nuova industria è focalizzare l’attenzione sul ruolo dell’uomo all'interno di quella che viene definita come la quarta rivoluzione industriale. La vera sfida, e la vera rivoluzione, consiste nel porre al centro di questi processi il coinvolgimento delle persone, la loro creatività e la formazione di nuove competenze.

Da anni la Toyota promuove l’integrazione fra “l’arte di fare prodotti” (monozukuri) e “l’internet delle cose” attraverso “l’arte di fare persone” (hitozukuri) quale elemento alla base per una innovativa rivoluzione industriale.

Secondo l’insegnamento del sensei Satoshi Kuroiwa, uno dei massimi esperti di TPS e di Factory Automation, per affrontare con successo la quarta rivoluzione industriale è indispensabile introdurre processi People Centric con il supporto delle tecnologie abilitanti, a partire dalla AI (Intelligenza Artificiale), sviluppare una nuova mentalità all’interno delle aziende – per rendere semplici, stabili ed intuibili i processi che portano ai nuovi prodotti e a servizi intelligenti – , formare nuovo capitale umano e solamente dopo investire in nuovi strumenti.

La nuova fabbrica digitale sarà caratterizzata da un flusso di comunicazione in tempo reale, dalla capacità autodiagnostica e dal controllo a distanza della produzione, dalla personalizzazione dei prodotti in funzione della domanda e dalla simulazione della produzione in ambiente virtuale. In questo scenario iper-tecnologico all’uomo resta il compito essenziale di governare le tecnologie, progettare i sistemi, controllare e migliorare i processi produttivi e di conseguenza anche i prodotti e i servizi. Soprattutto di permeare l’azienda di quella creatività che nessuna macchina può dare.

L’Industria 4.0 può proiettarci in una vera rivoluzione a patto di porre le macchine al servizio delle persone e non viceversa. È l’insegnamento della filosofia Toyota, sintetizzato in “Making things is making people”.

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