L'Industria per la Società 5.0

21 Giugno 2023
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MIT SLOAN

Management Review Italia, Maggio-Giugno 2023

VERSO UNA SOCIETÀ UMANO-CENTRICA, SOSTENIBILE E RESILIENTE

Dopo la Seconda Guerra Mondiale al centro del mercato c'erano le imprese, con i clienti che giravano attorno ad esse. Da circa 20 anni la situazione si è capovolta: oggi sono i consumatori ad essere al centro e le aziende devono adattarsi al nuovo scenario.

Negli ultimi 10 anni sono stati numerosi i cambiamenti epocali che hanno cambiato la nostra percezione del mondo; è in questo contesto che si è sviluppata la Quarta Rivoluzione Industriale, caratterizzata da una velocità esponenziale e dirompente dovuta alla pervasività delle nuove tecnologie applicate al potenziamento della produttività.

In Italia siamo stati i primi ad introdurre il concetto di Società 5.0 concentrandoci proprio sulla proposta di una società basata sull'umanocentrismo, la resilienza e la sostenibilità per adattare i processi industriali, sviluppare il benessere, coinvolgere le persone, rafforzare la continuità e la flessibilità delle imprese e ridurre l'impatto ambientale. Dobbiamo man mano abbandonare gli assiomi come: "Technology First", "Economy First" e puntare alle nuove linee guida "Human-centred Approach", "Open, Sustainable and Inclusive", "Experimentation Driven".

La Quarta Rivoluzione Industriale può essere anche chiamata la rivoluzione dei "sistemi dei sistemi" poiché riguarderà la trasformazione di Paesi, Regioni, Istituzioni, settori, mercati, aziende e società in generale.

In Italia il Piano di Sviluppo Industriale è arrivato dopo più di 30 anni di latitanza sul tema da parte dei Governi, ma ha avuto il merito di iniettare una buona dose di fiducia nel nostro sistema industriale. Questi programmi si basano sull'utilizzo delle tecnologie più evolute per aumentare la produttività - Internet of Things (IoT), robotizzazione collaborativa, cloud e AI, stampa 3D - e sono diventati gli strumenti per potenziare la competitività delle imprese e per promuovere lo sviluppo dell'economia in generale.

IL DIGITALE PER MIGLIORARE LA VITA (NON SOLO LA PRODUZIONE)

L'idea di Society 5.0 è stata portata in Europa da Abe in un evento ospitato al CeBit nel 2017. Il premier giapponese in tale occasione ha indicato la strada verso una società "Super Smart" a dimensione umana, con tecnologie utili e, nello stesso tempo, portabili a tutte le persone, scuotendo le coscienze di una parte della classe dirigente.

Per incamminarci nella Società 5.0 ci sono 5 muri da abbattere: il muro dei Ministeri e delle agenzie, il muro del sistema giuridico, il muro delle tecnologie, il muro delle risorse umane, il muro dell'accettazione sociale e di un nuovo equilibrio della ricchezza.

Alla fine del 2021 è stato pubblicato il nuovo Piano Industry 5.0, che ha la peculiarità di superare i confini dell'utilizzo delle nuove tecnologie per aumentare la produttività, ma ragionando affinché le nuove soluzioni digitali possano generare impatti positivi per tutto l'ecosistema nel quale è inserita l'azienda e siano in grado di supportare anche la continuità dell'impresa stessa.

IL PIANO 5.0 DELL'EUROPA

Le crisi e gli choc ad esse legati hanno riequilibrato le priorità ed i desideri delle persone. Le nuove necessità umane richiedono innovazioni organizzative da parte delle aziende, chiamate a rendere i loro contesti socialmente ed umanamente sostenibili.

Questo vuol dire ripensare le Value Chain e le Supply Chain, ma anche i modelli di business, destinati ad essere flessibili e sostenibili.

La Commissione Europea ha iniziato a discutere queste tematiche nel 2021, quando ha pubblicato: "Industry 5.0, Towards a sustainable, human-centric and resilient European Industry". Per Bruxelles l'Industria 5.0 prevede la cooperazione fra gli esseri umani e le macchine, dando valore aggiunto alla produzione che rispetti le richieste dei clienti e dell'ambiente.

In Italia è recente il primo approfondimento sul 5.0 da parte del Governo: marzo 2023. Il Ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso ha annunciato l'inizio dei lavori per il piano Industria 5.0, progettato e attuato anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e di RepowerEu.

IL CASO TOYOTA

Nel mondo Toyota troviamo una visione nella quale l'essere umano è centrale e la tecnologia è al servizio dell'umanità, del Pianeta e della Società.

Già il Toyota Production System riconosce la centralità della persona come elemento qualificante, gli operatori sono assistiti dalle macchine, ma sono loro che hanno il potere e la responsabilità di fermare la catena di montaggio in caso di problemi.

Gli esseri umani non sono i controllori della macchina, ma, grazie all'automazione, possono dedicare le proprie energie al miglioramento dei processi (Kaizen), applicando uno dei capisaldi del sistema di produzione Toyota, lo Jidoka (automazione con tocco umano). Questo alimenta un ambiente di lavoro inclusivo e motivante, nel quale il lavoratore non si sente alienato, ma attore protagonista del miglioramento e del cambiamento.

Tutto nasce da un concetto Giapponese chiamato Ikigai, secondo il quale l'essere umano si sente maggiormente soddisfatto quando la propria vita include un lavoro che ama, che lo soddisfa, nel quale è bravo, un lavoro che la società apprezza e soprattutto che aiuto la società.

Questo vuol dire che se lo sviluppo tecnologico mira a sostituire l'essere umano ed a lavorare al posto suo, a relegarlo a puro controllore di macchine, alla lunga questo rischia di essere controproducente ed alienante. L'AI è usata per esaltare le capacità umane, nella visione Toyota non per sostituirle, per questo motivo dovremmo parlare di Intelligenza Amplificataantropocentrica.

L'IMPATTO DELLA RIVOLUZIONE 5.0 SU PERSONE E ORGANIZZAZIONI

L'elemento che contraddistingue la Società 5.0 è da ricercare nel valore portato dalle persone, che hanno la responsabilità di guidare la trasformazione digitale, allora bisogna guardare a un nuovo modello di impresa, che va costruito con la partecipazione di tutti e con il ruolo determinante non solo dei People Manager, ma delle aziende, del sistema di istruzione e degli attori dell'innovazione.

La valorizzazione del capitale umano è probabilmente la sfida più grande da affrontare, l'adozione del nuovo paradigma richiede competenze e modelli organizzativi nuovi.

Le tecnologie si sostituiscono ai lavori ripetitivi e logoranti, facendo ciò trasformano il mondo del lavoro, riequilibrando l'occupazione con la nascita di nuove professioniqualitativamente superiori.

Si dovrà andare verso un modello di organizzazione e di leadership diffusa e partecipativa, nella quale i lavoratori sono direttamente coinvolti nella progettazione e nell'implementazione delle nuove tecnologie. Nella quale ogni dipendente partecipi attivamente alla vita aziendale, con una chiara comprensione del proprio contributo al raggiungimento dei risultati aziendali intesi non solo come economici, ma anche sociali ed ambientali.

Le aziende dovranno, a questo punto, definire delle chiare strategie ESG, nelle quali gli stakeholders chiave, compresi i dipendenti, abbiamo un ruolo importante, in quanto ambasciatori dei valori dell'organizzazione di cui portano gli interessi.

Fabio Cappellozza, Presidente CONSIDI

Gianni Dal Pozzo, Amministratore Delegato CONSIDI

SUPPLEMENTO MIT SLOAN MANAGEMENT REVIEW ITALIA MAGGIO_GIUGNO 2023
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