Quando le dimensioni di un’azienda cominciano ad essere significative, specie in seguito a operazioni di fusione o acquisizione, si può andare incontro ad un aumento della complessità del supply network. Nelle realtà multiplant e multicompany, il numero e il posizionamento degli stabilimenti produttivi e logistici è un tema strategicamente delicato, visto il significativo impatto che può avere tanto sui costi quanto sul servizio erogato al cliente.
Nei casi più complessi, potrebbe essere necessario un intervento di razionalizzazione e ottimizzazione del network andando a definire il numero e la posizione dei plant produttivi e dei magazzini. A tal proposito, se il tipo di business e la modalità di risposta al cliente lo consentono, un’opportunità che potrebbe essere presa in considerazione è quella dell’outsourcing logistico. È importante ricordare che l’industry nel quale l’impresa opera è una delle principali condizioni che definiscono se l’outsourcing è una strada percorribile o meno. Se infatti la funzione logistica ha un impatto decisivo sul valore erogato dall’azienda il nostro consiglio è quello di non considerare l’opzione di outsourcing.
Nonostante tendenzialmente i costi siano superiori, se si confronta uno scenario di proprietà con l’esternalizzazione, ci sono circostanze in cui può essere conveniente la seconda opzione. La scelta di un’alternativa piuttosto che un’altra avrà un impatto rilevante tanto sulla struttura dei costi quanto nell’operatività della supply chain.
Il principale vantaggio dell’outsourcing è legato al fatto che esso assicura capacità di stoccaggio teoricamente illimitata, non richiedendo investimenti in strutture che, nel caso di realtà in forte crescita, potrebbero saturarsi nel corso del tempo. Di conseguenza, permette, nel caso di realtà produttive, di poter indirizzare capitale in investimenti a più alto valore aggiunto, come per esempio l’efficientamento o l’ampliamento della produzione.
L’analisi della fattibilità economica di un progetto di outsourcing logistico è particolarmente articolata e delicata. Le voci di costo in gioco infatti possono essere molte e spesso difficili da stimare. Alcune richiedono una valutazione esterna perciò è necessario interpellare diversi attori per avere un termine di confronto e delle stime realistiche. Prima di poter verificare la convenienza economica è tuttavia necessario definire le necessità dell’azienda, al fine di costruire un tender con condizioni di fornitura precise e puntuali.
I costi emergenti dipenderanno da tali condizioni e possono essere ricondotti sostanzialmente a tre categorie: costi fissi, costi di movimentazione e costi di navettaggio.
COSTI FISSI Dipendono generalmente dai volumi di stoccaggio e tengono conto di voci di costo come per esempio lo spazio fisico utilizzato e le attrezzature.
COSTI DI MOVIMENTAZIONE
Sono al contrario variabili, in quanto dipendono dalle manipolazioni che i prodotti devono subire all’interno del magazzino. Questi vedranno un significativo incremento nel caso in cui si affidassero all’esterno attività di picking, perciò, se il proprio business richiede la spedizione di molti pallet multireferenza, l’esternalizzazione potrebbe non essere vantaggiosa.
COSTI DI NAVETTAGGIO
Dipenderanno ovviamente dai volumi di movimentazione e dalla locazione del magazzino e dei plant.
Quest’ultimo è, come accennato, un altro aspetto da tenere in forte considerazione, in quanto incide sulla struttura che si vuole dare al proprio network. Spesso, se la dimensione dell’outsourcer lo permette, potrebbe essere utile avere all’interno del perimetro di vendita più di un magazzino così da garantire un livello di servizio maggiore e tempi di risposta al cliente ridotti. Poiché tali aspetti sono fondamentali, è indispensabile coinvolgere nel team di progetto la funzione commerciale così da non rischiare di non considerare alcune tematiche importanti.
Spesso i supplier che offrono questo genere di servizi sono le stesse aziende di autotrasporti, perciò potrebbe essere conveniente valutare se affidare tutto al medesimo fornitore. Ciò potrebbe semplificare la gestione della logistica e mettere l’azienda nella condizione di richiedere tariffe più vantaggiose, ma al contempo la renderebbe maggiormente esposta ad una realtà esterna.
Infine, anche se non per importanza, è necessario anche considerare l’aspetto legato ai sistemi informativi. È importante che l’azienda abbia costantemente piena visibilità dello stock presso l’outsourcer e che si abilitino dei processi di gestione del dato in modo da dare visibilità real time.
Concludendo, ci sono molte variabili da tenere in considerazione nella scelta del supplier più indicato e questa è una scelta che ha un impatto strategico importante. La definizione del modello di confronto diventa quindi lo strumento principe per l’azienda per rendere oggettiva e in linea con le reali esigenze dell’azienda questa scelta importante. Considi ha sviluppato una considerevole esperienza nelle attività di valutazione e riorganizzazione di reti logistiche, vantando nel proprio portafoglio realtà appartenenti a diverse industry, tra cui: food, grande distribuzione organizzata, fashion, siderurgia, beni di consumo, industria ceramica e molti altri.
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