Il ritmo del cambiamento tecnologico, economico e sociale sta accelerando ed imprese e comunità hanno difficoltà a tenere il passo:
In un’era caotica di drastici cambiamenti, il Giappone guarda oltre Industry 4.0 verso Society 5.0 mettendo in atto una trasformazione che supera i confini dell'industria e riposiziona la tecnologia fortemente al servizio delle persone e dell’intera umanità. L’obiettivo è di sperimentare e dar vita a nuove applicazioni per far crescere una società che, sfruttando l’innovazione guidata dai dati, generi: sempre più valore per le persone e le comunità, un nuovo modo di redistribuzione della ricchezza e del valore generato dalle tecnologie, nuove conoscenze e valori per contribuire alla crescita economica e al benessere sociale.
Perché oggi ha senso parlare di Society 5.0? È chiaro che alcuni cambiamenti in atto nella società non si sono certo fermati con il lockdown.
Già nel 2014, quando Society 5.0 era solo un “concept to become”, il Council of S&T Innovation giapponese delinea in pochi ma chiari punti in cosa dovrebbe consistere e cosa invece non dovrebbe essere la nuova società.
In Society 5.0 ciò che viene prima è la felicità delle persone.
Ecco che, per le aziende, Society 5.0 è uno strumento che permette di sfruttare opportunità di sviluppo inesplorate, tramite la definizione di un framework per allineare secondo un'unica direttrice business ed impegno sociale; per gli accademici, è un’occasione per immergersi nel mondo reale; per i governarti, per allineare gli approcci top-down e bottom-up del processo decisionale e prestare attenzione ed ascolto ai reali e concreti bisogni delle comunità; per tutti noi, un invito a prendere azioni responsabili per il futuro.
Grazie ad un continuo dialogo con figure come il sensei Satoshi Kuroiwa (34 anni di dirigenza in Toyota Motor Company), siamo ben coscienti in Considi della portata rivoluzionaria di questo tema. All’interno del percorso di Restart, si è tenuto un webinar in data 20 maggio presso I·Center, durante il quale Fabio Cappellozza (Presidente di Considi) ha dichiarato:
“La crisi del Covid-19 ci dà l’opportunità di cambiare paradigma: pensare esclusivamente alle performance aziendali non basta più. Non è questo il cambiamento che farà sopravvivere le imprese. È la centralità dell’uomo, oggi, a fare la differenza”.
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